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- Perché fare Formazione?
- Formazione: Come, Quando e Perché?
19 specialisti web rispondono+−
- Sara Petroro ∙ Market Analyst
- Fabio Antichi ∙ SEO Expert
- Michele Senatore ∙ SEM Specialist
- Amin El Fadil ∙ SEO Specialist
- Giorgio Gioacchini Metodo Lanciati Online ®
- Luisa Armenia ∙ SEO Specialist
- Andrea Lisi ∙ Copywriter
- Alessandro Vercellotti ∙ Avvocato del digitale
- Annarita Faggioni ∙ Copywriter Freelance
- Brian Casali ∙ Copywriter
- Giovanna Errore ∙ Copywriter
- Antonio Dalla Libera ∙ Marketing & content strategist
- Giovanna Di Troia ∙ Giornalista Digital Marketing Manager
- Marco Lutzu ∙ Copywriter
- Leo Cascio ∙ Personal Branding Specialist
- Nicola Onida ∙ SEO copywriter Digital Marketer
- Alessandro Gares ∙ Copywriter
- Gianpiero Ferrante ∙ SEO Specialist Copywriter
- Riccardo Valle ∙ Copywriter
- RIEPILOGO
Erogata, fruita la formazione ❤️ è sempre un bene.
Aumenta la percezione della qualità dei prodotti o servizi che offri.
Riduce la distanza tra professionisti, brand e clienti.
Genera valore perchè è genuina, viene dal cuore.
La formazione è anche una strategia di marketing silente, non aggressiva, oserei direi ”gentile” che educa le persone ai prodotti o servizi che vendi.
Per un corpo in salute oramai sappiamo quanto tempo dedicare ma per una mente tonica, flessibile ed allenata cosa dobbiamo fare?
Basta praticare del sano web learning quotidiano?
Quante ore al giorno?
Che suggerimenti dare ai beginner?
Tranquilli per questo articolo non ho in mente niente di scientifico.
Tanto presto verrà detto tutto il contrario di tutto per poi essere nuovamente smentito. 🤔
Perché fare Formazione?
Piuttosto, come mai la formazione è così importante?
Perché mantiene gli schemi attraverso cui apprendiamo elastici alla pari di un giunco, pare sia l’elisir di lunga vita per i neuroni. 🤯
Quindi ha solo lati positivi?
Dipende.
Ecco la risposta brutale, sei pronto? 😁
La formazione è anche una questione di sopravvivenza.
Oggi se non ti formi sulle competenze più disparate in ambito digital rischi di rimanere un ottimo specialista verticalizzato ma con poco lavoro, peggio inoccupato.
O di non scalare il tuo business e finire a vivere per lavorare.
È come se fossimo al contempo appassionati di web learning e forzati a fare formazione.
Questa è una verità che conoscono molto bene e da vicino i digital marketer.
Gli specialisti web sono sempre a livello, aggiornati e pimpanti in un ambiente assai competitivo dove se non ti formi ti fermi.
Tutti curiosi impenitenti, assetati di conoscenza ed in fissa con la sindrome dell’impostore sono perennemente dediti alla formazione continua, quella più hard.
Ma tutta questa pressione, spinta a migliorarsi alla lunga logora?
In un’era dove il nomadismo digitale più easy [seppur alle volte utopico] ha ceduto il passo allo smart working casalingo, tutto è cambiato assai rapidamente.
Inutile negarlo, la tragedia avvenuta in questi tre anni ha portato a mutazioni sociali assai radicali.
Anche il settore della formazione non è stato certo esente da cambiamenti.
Sdoganata la questione ”apprendimento a distanza”, durante e dopo gli ultimi eventi drammatici la formazione si è fatta sempre più orizzontale.
Ciò che prima era appannaggio di pochi specialisti adesso è un’opportunità per tutti coloro intendono cimentarsi con fare formazione.
Il fenomeno web learning finalmente si è espanso, distribuito su larga scala.
Ora chiunque può diventare un produttore di conoscenza, erogare formazione con gli infoprodotti.
E farne addirittura un business, con l’infomarketing.
Così le persone possono fruire di formazione su sempre più argomenti attraverso il web e praticare web learning.
Un’evoluzione che non si arresterà più, fin quando un giorno, neanche tanto lontano, ci sarà un corso online per soddisfare ogni necessità.
Una rivoluzione quella della formazione che è solo all’inizio e temo verrà presto amplificata drammaticamente dall’avvento dell’intelligenza artificiale.
Un cambiamento che come tutte le correnti storiche vede noi, gli essere umani messi nel mezzo.
Schiacciati da ritmi talmente veloci da essere troppo rapidi rispetto alla nostra stessa capacità di adattarci.
Perchè siamo costantemente spinti dalla pressione di dover essere sempre all’altezza ed al contempo risultare appetibili per il mercato del lavoro, sempre più esigente e qualificato.
E con le professioni che poi nascono e spariscono al tempo di un click come la vogliamo mettere?
La formazione è una questione affascinante ma anche assai dura, quasi spietata.
Tempra gli specialisti, li forgia per come li conosciamo.
Ma quanti sacrifici si celano dietro al loro “aplomb” professionale?
Quanto ore dedicano alla formazione e come organizzano il tempo da dedicarle?
Incastrare la formazione con l’attività lavorativa non è affatto semplice specie quando sei un content creator e con i contenuti devi attrarre clienti tutti i santi giorni.
La passione è sicuramente un motore potente per fare formazione ma l’employability non è certo da sottovalutare.
Ecco perchè è opportuno ragionare anche in termini di spendibilità e chiedersi quale profilo professionale è meglio costruire per prosperare online.
Formazione: Come, Quando e Perché?
Perciò ho pensato di chiedere direttamente a chi ha fatto della formazione il suo stile di vita.
Agli specialisti del digitale, tutti accomunati dallo stesso bernoccolo per il web learning per scoprire cosa c’è dietro le quinte.
Ho posto loro queste tre domande:
- Quanto tempo dedichi alla formazione?
- Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
- Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
19 specialisti web rispondono
Sara Petroro ∙ Market Analyst

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Ogni volta che mi fanno questa domanda vado in crisi.
Perché, di fatto, non lo misuro.
Sono una persona curiosa per natura, e faccio un lavoro che richiede diverse competenze, quindi dedico tutto il tempo che posso.
Non mi pesa. Anzi, mi appassiona.
La mattina leggo qualche aggiornamento, quelli strettamente necessari.
Diciamo una mezz’ora, se proprio devo quantificare.
La sera anche, ma spazio di più nella tipologia: può essere un libro, un paper, un articolo che mi ero segnata.
E il week end per me è come essere al parco giochi, non ne ho mai abbastanza!
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Bella domanda!
La risposta a mio avviso, come spesso accade è: dipende!
Dipende innanzitutto dalle aspirazioni personali, e poi dalla richiesta di mercato, soprattutto in questo momento di cambiamenti epocali.
Un consulente completo – Full Stack – avrà sempre una visione migliore del da farsi, anche se tenderà a non eccellere nell’operatività.
Quindi, se si vogliono ricoprire ruoli strategici, nel mio mondo ideale bisognerà prima passare dall’essere un full-stack.
Che non significa essere TOP in tutte le aree ma avere le conoscenze base per permettergli di portare a termine un compito (quasi) da solo.
Però, sempre nel mio mondo ideale, uno strategist non dovrebbe mai smettere di “avere le mani in pasta”, almeno in qualche ambito (io ad esempio mi spendo moltissimo nelle analisi di mercato, trovo che dia un boost incredibile a chi fa strategia): gli conferisce maggiore lucidità e aderenza alla realtà.
Per cui, soprattutto se si vuole continuare ad essere operativi, ritengo che ci debba essere almeno 1 area in cui eccellere, altrimenti da solo non potrà mai portare a termine nessun compito in modo brillante.
Diciamo che l’optimum, a mio avviso, almeno per chi volesse diventare strategist, sarebbe un full-stack – con almeno una competenza approfondita come fosse un T-shaped.
Ovviamente ci vuole tempo, gavetta e volontà di ferro.
Ma è un percorso fattibile e che di certo rende più appetibili.
Però, se ad esempio l’aspirazione è diventare un advertiser super PRO, può bastare essere un T-shaped.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Direi che formarsi va bene, anzi benissimo.
Ma bisogna SEMPRE mettere in pratica, altrimenti non si assimila.
Direi di proporsi e lavorare il più possibile in gruppo, dove c’è scambio di idee ed esperienza.
E direi di non arrendersi ai primi errori, perché arriveranno, eccome se arriveranno.
L’eccellenza, come ogni cosa, richiede impegno e costanza.
Fabio Antichi ∙ SEO Expert

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Quando ho cominciato a fare i conti per rispondere a questa domanda mi è preso un infarto eheheh 😜
La formazione è estremamente importante nel settore del marketing, specialmente considerando che ci sono sempre novità da approfondire e sperimentare.
Per rimanere al passo con le ultime tendenze e strategie efficaci, è necessario dedicare un certo tempo alla formazione ogni giorno.
Inoltre secondo me è un ottimo modo per fare upper selling e differenziarsi sul mercato, ma in ogni caso non si può vivere come una medicina, o ti appassiona l’argomento e studi con gioia e puoi fare il corso migliore del mondo e torni a casa che hai imparato pochissimo.
Personalmente, ritengo che sia necessario investire almeno due ore al giorno nella formazione, che potrebbero essere dedicate alla lettura di articoli, libri, partecipazione a webinar, corsi online o addirittura alla sperimentazione di nuove tecniche.
Nel mio caso facendo le video news al mattino sono “costretto” concedetemi il termine a formarmi, molto spesso a queste si associano interviste o appunto esce una news che vuoi testare quindi come minimo un paio di ore al giorno, piu il fine settimana dove se ho tempo “spippolo” come si dice dalle mie parti eheheh
Quanto mi costa?
Una fortuna, mi posi questa domanda quando appunto mi accorsi che ciò mi impegnava sempre di più, ma mi sono anche accorto che il ROAS della formazione è elevatissimo!
Per cui le mie ore piu redditizie sono proprio quelle in formazione, mi propongo in futuro di svincolarmi di più dalla produttività che è più facilmente delegabile e concentrarmi ancora di più sulla mia formazione, perche oltre a piacermi è più redditizia! ehheheh
In sintesi, la formazione è un’attività fondamentale per rimanere competitivi nel settore del marketing e per garantire il successo a lungo termine delle nostre attività di marketing.
Dedicare almeno due ore al giorno a questa attività può fare la differenza nell’ottenere risultati positivi e innovativi.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
La mia fortuna è di aver iniziato a lavorare nel digitale quando un singolo professionista doveva fare molte cose da solo.
All’epoca avevo piccoli clienti e da solo facevo il sito, la seo, google ads ecc
Oggi aver avuto questo passato mi è utilissimo, perché anche se mi sono verticalizzato su specifici temi, comprendo e posso relazionarmi bene con i miei colleghi e avere un visione di insieme di un progetto Io penso che sia molto importante e per questo voto T-shaped.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Sono ogni giorno inondato di curriculum e siamo così saturi di impegni che difficilmente si trova il tempo di consultarli.
E quando lo fai trovi mille mila corsi, stage ecc In altre parole, ben vengano corsi e master ecc… ma la cosa più importante rimane sporcarsi le mani, ti piace la seo?
Fatti un sito e posizionalo. Ti piacciono i social? Porta una pagina a far numeri.
Quello è il tuo curriculum.
Io credo che la cosa che va consigliata a un giovane che inizia oggi e cerca di farsi notare da un’agenzia (ma anche se lo fa per se stesso) è si di studiare, formarsi, con corsi libri o cosa vuole, che come dico sopra è fondamentale, ma anche di mettere in pratica!
Solo sudando ogni piccolo passo se ne comprende vantaggi e limiti reali e soprattutto si radica nella nostra mente
Michele Senatore ∙ SEM Specialist

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Tanto, anche se non è mai troppo!
Sono fortemente convinto che una formazione verticale e costante sia necessaria e fondamentale se si vuole lavorare nel settore del digital (e non solo).
Non saprei stimare il tempo effettivo, posso dire con certezza che leggo e mi formo/informo tutti i giorni.
Sul tema formazione oggi però mi sento un previlegiato.
Da un lato dedico tempo a leggere nuovi insight e aggiornamenti da colleghi e fonti autorevoli, dall’altro mi trovo a formarmi proprio quando faccio formazione ad altre persone.
Tutti sottovalutiamo l’importanza di poter apprendere da chi è alle prime armi.
Chi non è dentro il nostro settore alle volte tende a fare domande “più scomode”, con un punto di vista molto differente dal nostro mindset e questo ci porta per forza di causa maggiore a cambiare prospettiva, ad aprire nuovi scenari, a trovare nuove soluzioni proprio per poter rispondere a quella precisa domanda.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Su questo si potrebbe parlare per giorni.
Comincio con una massima orientale: “Una conoscenza superficiale è più dannosa dell’ignoranza”.
Sono molto per il modello T-Shaped ma la visione di insieme è fondamentale.
Il punto è che quest’ultima la puoi avere solo quando approfondisci, oserei dire in maniera quasi ossessiva, un argomento, altrimenti si rischia di diventare una figura che tenta di dire la sua in maniera qualunquista.
Il dipende poi è sempre dietro l’angolo perché come per ogni cosa bisogna contestualizzare.
Mettiamola così, se vuoi fare il tecnico è doveroso specializzarsi in maniera verticale, se sei un PM o uno strategist devi avere chiara la visione di insieme.
Se devo scegliere una delle 3 come scritto prima, direi tra tutte il modello T-Shaped.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Internet è una fonte inesauribile di contenuti e possibilità, basta saperli cercare e scegliere.
Provo a lasciare 5 consigli trasversali prima però, vorrei fare un inciso.
Se c’è una cosa che mi ha insegnato il mio mestiere è la capacità di analisi e osservazione.
Essere bravo non significa accumulare quante più nozioni possibili quanto selezionarle, andando a separare quelle utili da quelle poco utili, se non addirittura false (e di queste su internet ce ne sono davvero tante).
Ecco dunque il primo consiglio: imparare a riconoscere le cose futili, le cose non vere.
Internet è un posto magnifico ma come in ogni cosa si cela sempre il rovescio della medaglia.
Sarà capitato a chiunque di imbattersi in qualche sponsorizzata di pseudo professionisti che promettono il lavoro dei sogni, guadagni stellari, tempo libero, viaggi a Dubai e macchine di lusso…
Ecco, se non si è in grado di riconoscere una falsità da terzo impero come questa, beh, il digital non è per te.
Questo ovviamente è un esempio estremo ma provate ad immaginare una notizia precisa, dettagliata, magari proveniente anche da una fonte autorevole.
Non sempre quello che ci arriva è come sembra. Secondo consiglio: olio di gomito e sacrificio.
Con questo non voglio dire di non costruire un sano work-life-balance, piuttosto, incoraggio chiunque a mettersi in gioco.
Senza un po’ di sacrificio non si arriva da nessuna parte e se capita non è per propri meriti.
Sporcatevi le mani, sperimentate, fate qualcosa dove testare e al primo risultato mettetevi in discussione e focalizzatevi su cosa potevate fare meglio, non solo sul traguardo.
Terzo consiglio: mettersi in discussione, sempre. Il digital è tra i settori più veloci in termini di crescita e cambiamento. Quello che sai oggi domani potrebbe essere già obsoleto.
Mettersi in discussione la trovo una tra le migliori soft skill perché tende a migliorarci.
Attenzione, non deve essere un continuo mettersi in discussione, piuttosto un non dare mai tutto per scontato.
Quarto consiglio: confrontatevi.
Confrontatevi sempre con altri professionisti di qualsiasi seniority.
Il confronto è alla base delle relazioni umane, è una delle caratteristiche che fa di noi essere umani.
Sapersi confrontare è importantissimo soprattutto in termini di sforzi e benefici.
Avete imparato una cosa nuova? Ecco, confrontatevi con chi già la sapeva.
Quinto ed ultimo consiglio: divertitevi.
Mentre state studiando, se non vi divertite allora quello che studiate non potrà essere il lavoro per voi, lasciate perdere, cambiate.
Il divertimento è un segnale importantissimo per capire la direzione che si sta prendendo.
Ancora oggi quando spulcio tra le varie news che mi arrivano mi diverto a capire cosa è utile e cosa no ma soprattutto come quell’insight può essere frainteso se detto male.
Amin El Fadil ∙ SEO Specialist

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Non ho un tempo “fisso” da dedicare alla formazione, ma diciamo che in linea generale fra lettura di articoli e risorse interessanti su Twitter e Linkedin dedico una mezz’oretta/1 ora al giorno + 2 o 3 ore circa nel week end dove guardo qualche video/webinar che mi sono salvato o continuo uno dei vari corsi acquistati negli anni.
Quanto tempo dedico dipende molto dal momento professionale e ‘storico’ in cui mi trovo: ci sono periodi dove passo molto meno tempo a formarmi e molto più tempo a fare test ed esperimenti, e altri dove metto la formazione al primo posto.
Ad esempio ora, con la rivoluzione AI in corso, sto studiando tantissimo perché il momento lo richiede.
Ritengo in generale che per uno specialista che lavora nel digital, nel mercato italiano, una formazione T-Shaped sia la migliore nel lungo termine.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Ogni profilo professionale ha pro e contro.
In Italia, patria di piccole web agency con spesso dei “tutto fare” e di micropmi, partire puntando a essere uno specialista di qualcosa richiede coraggio e desiderio di eccellere fino dal giorno “o”.
Focalizzarsi in un mercato che ai piani bassi chiede profili che sappiamo fare tutto richiede coraggio e una certa attitudine al rischio.
Ognuno deve fare le sue valutazioni non solo in base al mercato ma anche e soprattutto in base alle proprie attitudini e alla propria visione a lungo termine.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Innanzitutto consiglio di fare molta attenzione ai formatori che si scelgono come mentori.
Massima attenzione ai formatori che scelgono di proporsi tramite ads su Youtube e Instagram, verificate bene le credenziali di questi formatori: che esperienze hanno in quel settore? Chi parla bene di loro? Hanno una reale autorevolezza e storia in quel settore?
Non accontentatevi delle solite manciate di testimonianze video perché sono spesso poco rilevanti, soprattutto se fatte da principianti assoluti.
Linkedin può essere un ottimo strumento per vedere sia le esperienze fatte dalla persone, eventuali testimonianze di livello lasciate nelle segnalazioni e soprattutto la qualità dei contenuti condivisi.
In secundis, anche fra i formatori “bravi” bisogna sapere scegliere quelli adatti al livello in cui si è: ci sono tanti formatori noti che fanno un’ottima divulgazione di massa, ma a un livello troppo basso e generico per chi ha già ottime basi.
Non vanno bene per chi è già nel settore da un po’ e vuole qualcosa di più tecnico e avanzato.
E ci sono altri formatori noti che si rivolgono a un target di massa ma forniscono corsi ed eventi più “business”, che non sono in realtà molto adatti a chi parte da zero (e non sempre lo dicono).
È importante capire bene il target del formatore, cosa insegna, a che livello, quale è il suo approccio alla materia e la sua etica professionale.
Per evitare di confondervi le idee sceglietevi 1 mentore soltanto che vi ispira fiducia, provate a seguire il suo metodo, se non funziona passate ad altro.
Troppi seguono più formatori con idee e metodi discordanti e finiscono per confondersi le idee e fare poco o nulla.
Un formatore va visto come un fornitore di informazioni: funziona, bene si prosegue con il suo metodo; non funziona, si passa ad altro.
Infine, è estremamente importante sia applicare il più possibile, e confrontarsi con altre persone su quanto si sta facendo.
Teoria senza pratica non vale nulla, ma anche la pratica senza un confronto costante, specie nei primi anni di carriera digital, rischia di portarvi meno risultati di quanti potreste ottenere.
Volete fare la differenza nella vostra carriera?
Createvi un vostro network di pari, confrontatevi regolarmente con loro e crescerete almeno il doppio rispetto al fare tutto da soli.
Giorgio Gioacchini Metodo Lanciati Online ®

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Tanto. Mi formo continuamente e quotidianamente attraverso lettura di libri, corsi e percorsi di coaching.
Un aspetto importante della mia formazione è la formazione anche degli altri che mi permette di avere sempre punti di vista e di applicazione nuovi.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Sicuramente è importante avere formazione T-shaped, per usare una parolona.
Sempre di più un professionista deve essere in grado di operare in un ambiente evoluto da molti punti di vista per cui non basta più solo saper fare il proprio.
Bisogna essere in grado di comprendere anche altre aree non strettamente nostre ma con le quali il nostro lavoro si va ad interfacciare.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Consiglio di scegliere attentamente le fonti facendo attenzione a distinguere chi ripete informazioni lette o ascoltate da altre parti e chi invece insegna quello che ha sperimentato in prima persona.
Luisa Armenia ∙ SEO Specialist

1. Tempo dedicato alla formazione.
In questo periodo, dove sono ferma lavorativamente per recuperare la mia direzione, almeno 1 ora al giorno.
2. Verticale, T-shaped, Full Stack Marketer?
Da buona SEO, risponderei “dipende”.
E, sempre da SEO, trovo difficile che chi fa – per esempio – SEO possa essere esclusivamente verticale: è una figura T-shaped e, se non lo è, deve tendere a esserlo.
Il “dipende” è legato anche al fatto che ognuno di noi è – per fortuna – diverso, con i suoi talenti, attitudini, inclinazioni.
Probabilmente i cosiddetti (anche se non amo molto le etichette) “multipotenziali” potrebbero tendere al Full Stack Marketer.
O a una vita di mezzo tra T-shaped e Full Stack.
Però, come ho già scritto, tutte queste etichette… mi stanno un po’ strette.
Quindi consiglierei di essere curiosi: anche di se stessi.
Perché è importante conoscersi, per sperimentare, conoscere e orientarsi, per trovarsi ed esprimersi. Senza urgenze. Senza pressioni e forzature. Senza etichette.
3. Suggerimenti per una formazione sul web efficace.
Consiglierei di iscriversi a LinkedIn e di iniziare a seguire – ne elenco solo alcuni – Riccardo Scandellari, Rudy Bandiera, Giorgio Taverniti, Alessio Pomaro, Fabio Antichi/Michele Senatore/Antonio Mattiacci/Demetrio Orecchio (The Breaking Web), Francesco Margherita, Luca La Mesa, Luca Mastella, Luca Troso, Antonio Luciano, Sebastiano Zanolli, Annamaria Testa, Luisa Carrada, Giulia Bezzi, Elisa Contessotto.
Per seguire intendo: attivare la campanellina per non perdersi cosa pubblicano, leggere cosa pubblicano, interagire nei commenti e nei “like” con intelligenza, scoprire chi a loro volta seguono, citano e stimano, iscriversi alle loro eventuali pagine e canali YouTube, e alle loro newsletter.
Si tratta di professionisti che, per quello che pubblicano o per quello che propongono, offrono molteplici spunti od occasioni di formazione: consigli, riflessioni, webinar, corsi, eventi.
Segnalo anche i webinar di ADV Media Lab, i corsi della Master Club (Taverniti e Search On Media Group), dell’Aruba Academy e quelli della Fastweb Academy.
Andrea Lisi ∙ Copywriter

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Dedico alla formazione almeno 1h al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno.
Se qualche giorno non riesco, recupero nei seguenti.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Credo dipenda soprattutto da dove uno vuole trovare clienti o lavoro.
Se ci si accontenta di un buono stipendio meglio avere una formazione generale da marketer a tutto tondo.
È quello che il grosso delle aziende italiane, che sono micro e piccole, cercano.
Mentre se si vuole cercare in PMI o grandi realtà più strutturate comincia ad aver senso una specializzazione forte, perchè ti vai a integrare in reparti marketing di 5 o più figure.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Prima di acquisire competenze “hard” specifiche, tipo copywriting o web analytics, è importante avere un buon insieme di meta-competenze, come per esempio la lingua inglese, l’apprendimento veloce e il saper trovarsi le informazioni da soli.
Dopodiché, nelle singole aree di interesse bisogna cercare i migliori e pagarli bene.
Se non si hanno i soldi, va bene anche iniziare da quanto hanno condiviso più o meno gratis.
Ma invece di puntare a meri pezzi di carta fatti da chi vende formazione generica, meglio sempre scegliersi un mentore che ha già raggiunto il livello e i risultati che a tua volta desideri.
Per queste persone, come capita anche a me da qualche anno, addestrare una risorsa interna è un costo, anche se si propone per uno stage gratuito.
Ma questo tipo di apprendimento è quello che trasmette vero valore, non limitandosi alla teoria ed essendo per necessità di business sempre aggiornato.
Come dice Robert Kiyosaki, “nell’era dell’informazione non conta tanto quello che hai imparato, bensì quanto velocemente sei in grado di imparare”.
Alessandro Vercellotti ∙ Avvocato del digitale

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
In media un 4 ore a settimana per la formazione online, poi ogni paio di mesi mi regalo un corso/workshop in presenza.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Penso che la visione d’insieme sia fondamentale per avere contezza della mappa sulla quale ci muoviamo, poi avere una verticalità ti permette di eccellere una specifica attività.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
È fondamentale la curiosità, sempre!
Che si tratti di approfondire un argomento su un blog, vedere un video formativo su Youtube o un corso online.
Il secondo punto fondamentale è l’obiettivo: se fruisci di una formazione con un obiettivo chiaro, il tutto ha molte più possibilità di essere davvero performante.
E qui partiamo dal “cosa voglio portarmi a casa da questa formazione?”.
Basta questa semplice domanda per passare da fruitore passivo del corso a studente attivo.
Annarita Faggioni ∙ Copywriter Freelance

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Divido la formazione in due parti: una da alcuni minuti al giorno (che uso per studiare le lingue) e l’altra di un paio d’ore settimanali su argomenti che mi interessano.
Ci sono dei momenti dove materialmente non trovo il tempo, ma comunque faccio in modo di trovare sempre quei 10 minuti per imparare qualcosa di nuovo, altrimenti mi sentirei di aver perso la giornata.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Preferisco una forma T-Shaped.
Il mercato del lavoro è più fluido che mai e sempre più lavori prevedono un aggiornamento costante, non soltanto nel web.
È importante avere una formazione che non si focalizza solo sulla mansione e sul momento, ma anche sulla primaria curiosità dell’Uomo, con un occhio alle novità.
Insomma, una via di mezzo tra il verticale e il Full.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Consiglio di formarsi gratuitamente su siti riconoscibili (Google, LinkedIn, ecc.) e di formarsi a pagamento presso enti di formazione accreditati (soprattutto per giocarsi la carta dei concorsi pubblici qualora emergano dalle ceneri).
Infine, sempre per la formazione a pagamento consiglio aziende che possono garantire un ponte verso il mondo del lavoro, come Ninjacademy.
Brian Casali ∙ Copywriter

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Circa un’ora/un’ora e mezza al giorno.
Suddivido poi il tempo tra aggiornamenti social (trend, novità tecniche, ecc), corsi e libri.
Per i libri preferisco in realtà dedicare 3-4 ore nel weekend, così da avere una sessione ben definita in cui mi concentro solo sul libro che sto leggendo.
In più passo molto tempo in auto, circa 3 ore al giorno, che occupo ascoltando podcast o audio-corsi.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Dipende dal ruolo che vuoi occupare, secondo me.
Parto dai ruoli da dipendente.
Per uno specialist interno in azienda, è preferibile una formazione (e quindi una competenza) molto verticale.
Al contrario, per una figura manageriale è meglio avere una preparazione più ampia ma meno approfondita, quindi full Stack.
Conoscere tutti gli ambiti di lavoro ti aiuta a dirigere, coordinare e delegare meglio le attività agli specialist, che conoscono l’attività a fondo e possono guidare il manager.
Per un freelance, il discorso cambia.
Un freelance ha bisogno di offrire una gamma di servizi per poter seguire al meglio i clienti, ma non può fare tutto da solo.
Per questo motivo credo che la figura t-shaped sia la più indicata.
Un solo ambito di pertinenza, quindi molto approfondito, ma con varie sfaccettature che possano offrire una gamma di scelta al cliente.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Per chi è agli inizi è fondamentale scegliere dei mentori appropriati che diano la giusta forma mentis.
Un altro consiglio che do a chi vuole crescere professionalmente è: imparate l’inglese.
Conoscere la lingua internazionale per eccellenza non solo vi aprirà molte più possibilità di relazioni, ma vi darà accesso a spunti e idee da tutto il mondo.
Non cercate di essere esperti in tutto, ma domandatevi per cosa vorreste essere ricordati un giorno.
Quello vi indicherà la strada per decidere su cosa concentrarvi.
Giovanna Errore ∙ Copywriter

Quanto tempo dedico alla formazione? Forse troppo, direbbe qualcuno.
Fatto sta che sono una secchiona fatta e finita e non rinuncio a nessuna occasione per imparare qualcosa di nuovo.
Tanto che, contro l’opinione di tutti, tutte e tuttə, alla fine dello scorso anno mi sono ri-iscritta all’Università.
Dopo una laurea triennale in Mediazione Linguistica e un master in Comunicazione e Giornalismo di Moda, ho sentito il bisogno della formazione specialistica in Comunicazione Digitale e Marketing.
Insomma, sono desiderosa di imparare tutto quello che posso sulle parole e non solo, senza limitarmi al come ma interrogandomi soprattutto sul perché.
Alla prima domanda risponde la formazione pratica e verticale, che con mia somma gioia l’agenzia per cui lavoro come dipendente (Quindo | Agenzia SEO) ha già affrontato in diversi modi durante i miei due anni di apprendistato.
Un corso pratico sul copywriting (Copy 42 Web); uno verticale sulla CRO con Alessandro Martin di Pro Web Consulting; uno sulle strategie e il copywriting per Linkedin con Alessandro Gini di Up4 Business mi hanno offerto delle competenze preziose.
Ma mentre leggevo libri su libri sul copywriting e sulla scrittura creativa mi sono chiesta ancora una serie di altri perché.
Perché una leva emotiva funziona meglio di un’altra?
Perché gli utenti leggono – o non leggono – un mio contenuto?
Perché raccogliere i dati di analisi è importante anche per me, che in fondo scrivo e basta?
Sto provando a rispondere con il corso di laurea magistrale, e sto amando le materie di sociologia e psicologia della comunicazione.
Che in fondo sono lo strumento per trovare risposte a quei perché.
Come dicevo in apertura, so che molti storceranno il naso davanti alla mia scelta.
L’Università è un investimento, come qualsiasi tipo di formazione, e sappiamo bene che nel nostro campo l’esperienza conta più dei titoli.
La vita però, per tutta una serie di coincidenze, mi ha dato l’opportunità preziosa di imparare ancora e io non me la faccio sfuggire.
Essendo io stessa in apprendistato, non saprei cosa dire a chi si affaccia a questo mondo per la prima volta se non questo: studiate tutto, tutto quello che potete.
Non lasciate un libro chiuso né un webinar in attesa, partecipate a tutti gli eventi possibili anche quando non sono specifici sul vostro settore, chiedete di partecipare alle fasi operative che non vi riguardano e osservate ə colleghə più espertə, anche se fanno un lavoro diverso dal vostro.
Ogni nuovo tassello acquisito completa il puzzle della vostra professionalità.
Antonio Dalla Libera ∙ Marketing & content strategist

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Come marketer, non posso permettermi di evitare di formarmi continuamente.
Il 90% di tutto quello che leggo, vedo e ascolto ogni giorno è in qualche modo legato a una continua formazione.
Il mio approccio è abbastanza “schizofrenico” nel senso che difficilmente inizio un contenuto dall’inizio alla fine, ma quasi sempre ne prendo le parti più importanti per farle mie.
Per anni mi sono chiesto se fosse il metodo giusto, invece di iniziare un corso, un libro, un video e studiarlo in modo disciplinato fino alla fine.
Ma siamo tutti diversi, e mi sono reso conto che almeno per me, questo è l’approccio che funziona meglio.
Quindi non quantifico quante ore dedico alla formazione perché lo faccio continuamente e in modo frammentato.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Dipende molto dalle attitudini di ognuno, ma in generale preferisco una formazione T-shaped, padroneggiando però almeno un paio di skill verticali.
Nel mio caso, mi ha permesso di essere autonomo i primi anni all’interno di piccole aziende dove non c’era un vero e proprio dipartimento marketing.
Allo stesso modo poi, mi ha dato la possibilità di essere rivendibile come figura manageriale all’interno di aziende più strutturate nel ruolo di marketing manager.
La stessa attitudine mi ha poi aiutato quando ho iniziato la libera professione.
Mi ha dato la capacità di capire come scegliere altri professionisti verticali, necessari per gestire progetti complessi.
Sicuramente, una delle skill verticali che ogni professionista dovrebbe padroneggiare il più possibile è quella di saper scrivere in modo efficace.
Non tutti sono portati, ma chiunque può imparare a farlo molto meglio.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinché risulti efficace?
Prima di tutto, se stiamo parlando di marketing e comunicazione, suggerisco di intraprendere un percorso universitario in tal senso per crearsi le basi.
Non è stato il mio caso perché mi sono approcciato a questo mondo relativamente tardi, ma oggi per un giovane, credo sia un passo quasi obbligato per evitare di cadere nel tranello della facile formazione “fuffa-guresca”.
Dopodiché, come sappiamo, ci sono 1000 canali e modalità per formarsi.
Suggerisco di utilizzare quella che ci risulta più congeniale tra testo, video e audio.
Ad esempio, io leggo molto online o ascolto diversi contenuti mentre faccio altre cose.
I video invece tendono ad annoiarmi.
Sicuramente consiglio di iniziare da piattaforme accademicamente autorevoli e soprattutto non costose, come i corsi di Coursera, LinkedIn Learning, ecc.
Evitate come la peste i corsi super costosi dei vari guru del web.
Giovanna Di Troia ∙ Giornalista Digital Marketing Manager

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
La formazione è fondamentale secondo me, come continuare nel tempo ad aggiungere nuove abilità attraverso la formazione continua.
Non smetto mai di informarmi, aggiornarmi, leggere ed imparare. La formazione non è data solo dalle rinomate scuole di settore, è anche la vita quotidiana, e le persone che incontri e di cui ti circondi possono insegnare tanto.
E d’altronde sbattendo il naso non nei fatti altrui, ma in un buon manuale, un buon libro o nelle difficoltà che si incontra nel proprio lavoro sono tutte fonti preziose di crescita personale e vanno ad arricchire le proprie competenze, abilità ed esperienze.
Ormai per essere nel moderno mercato del lavoro non bisogna mai smettere di imparare, in particolare per il settore digital che è in perenne mutamento e trasformazione con continue new release, anche giornaliere. Come per la medicina, e per il settore legislativo, occorre continuamente aggiornarsi per scoprire nuove tecnologie per la salute, nuovi preparati, nuove scoperte nella ricerca e nuove medicine. Ma anche avvocati e notai devono continuamente conoscere le nuove leggi e decreti che spuntano qui e lì.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Sono fortemente convinta che occorre una buona conoscenza di base di tutti gli ambiti ma un’ottima e approfondita conoscenza in un particolare e specifico settore, che renda un professionista adattabile e problem solving oriented, capace di svolgere qualsiasi nuova attività e di lavorare in ogni tipo di team.
La T-shaped è un tipo di formazione trasversale ed interdisciplinare ma che prevede una specializzazione in un campo, più affine a me e secondo me anche più completa. Si può acquisire nel tempo, permettendo di avere una visione di insieme e di plasmare una forma mentis capace di adattarsi non solo al marketing ma in tutti i più disparati ambiti, rendendo profondamente flessibili e competenti.
È questa la modalità mi risulta più affine in quanto riesco a padroneggiare diversi ambiti e risponde alla mia perenne curiosità e alla mia molteplicità di interessi.
Il lavoratore moderno, non solo nel mondo digital deve saper far fronte alle nuove esigenze di mercato e poliedricità e flessibilità sono le parole chiave.
E anche in una società con difficoltà lavorative e in profonda trasformazione, si potrà cambiare settore, ambito, città, ma non si avranno mai difficoltà in termini di employability.
Come diceva sempre mio nonno “el saber no ocupa lugar”.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinché risulti efficace?
Ormai il web pullula di corsi, webinar, master, corsi di specializzazione, ma nel grande magma bisogna sapersi destreggiare e saper scegliere oculatamente ciò che è in linea col proprio percorso ed è in grado di aggiungere qualità, competenze e quel surplus che permette di migliorare a livello personale e che fa eccellere nella professione, e bisogna sapersi affidare ai migliori enti che rilasciano certificazioni valide e che sono ben spendibili.
Marco Lutzu ∙ Copywriter

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Rispetto al passato adesso dedico meno tempo alla formazione.
Ci sono stati 4 o 5 anni nei quali ho dedicato fino a 5/6 ore ogni giorno alla formazione, adesso sicuramente ne dedico meno siamo intorno alle due ore, però cerco di farlo ogni giorno perché comunque le cose sulle quali stare sempre sul pezzo anche a livello di aggiornamenti e tutto il resto sono veramente tante .
Fortunatamente ho investito in una tipologia di formazione che è anche molto evergreen, molto incentrata sulla conoscienza della natura umana, sulla psicologia, la matematica per cui insomma quei principi immortali rimangono quelli e non devi stare sempre ad aggiornarti seppure richiedono ripasso, reiterazione perchè, altrimenti, i fondamentali evaporano con il tempo se non li riprendi in mano.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Per chi sta iniziando suggerisco di focalizzarsi su una verticalità.
Seppure sia vero che la maestria, la padronanza reale della disciplina si ha quando si ha un quadro d’insieme, quando si capisce un po’ tutto è un qualcosa alla quale non si arriva da un giorno all’altro per cui se non ci si verticalizza su qualcosa si rischia poi di rimanere diversi anni senza avere competenze pratiche e spendibili nel breve termine.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinché risulti efficace?
Quindi per capirci, per un giovane secondo me è interessante magari specializzarsi nelle email, nel saper creare una buona presentazione di vendita, un buon webinar e poi da li una volta che ha guadagnato questo vantaggio competitivo che quindi gli consente di lavorare, guadagnare, monetizzare qualcosa continuare a studiare, espandere le proprie competenze cosicché appena ha maturato la comprensione della disciplina a tutto tondo può diventare un buon consulente.
Poi bisogna vedere gli intenti, quali finalità intende perseguire: se vuoi fare l’addetto ai lavori è un conto ma se vuoi fare l’imprenditore chiaramente hai bisogno di una visione ancora più completa per poi avvalerti degli specialisti nelle varie aree.
Leo Cascio ∙ Personal Branding Specialist

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
In media un’ora al giorno.
Lo faccio soprattutto leggendo saggi e manuali sugli argomenti che mi riguardano direttamente come branding, personal branding, marketing e comunicazione.
A queste letture aggiungo anche temi di cui mi occupo indirettamente come psicologia, sociologia, neuroscienze e tecnologia.
Ho in programma di raddoppiare il tempo dedicato alla lettura prossimamente.
Seguo anche corsi specifici e online ma la maggior parte della mia formazione è autodidattica.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
A principio ho acquisito un background tecnico e scientifico (da quando ho iniziato nel 1997 per anni ho lavorato principalmente come web developer e web designer), successivamente negli ultimi 10/15 anni a questo tipo di preparazione ne ho affiancato una di tipo strategica ed umanistica.
Infatti oggi mi reputo un V-shaped che non è un Visitor della serie cult anni 90 che ingurgitava topi di fogna ma un tizio dalla preparazione trasversale ma allo stesso tempo con un indirizzo specifico ben preciso (che nel mio caso è quello del purpose branding strategico) annaffiando il tutto da tanta empatia.
Dicono anche simpatia, ed è vero, ma solo con chi dico io. 🙂
Personalmente, in base al riscontro positivo che ho avuto in ambito lavorativo (non ho fatto i big money ma io e la mia famiglia campiamo più che decentemente) a seguito della mia formazione ed esperienza professionale, oggi tendo a pensare che uno specialista che operi nel digitale debba cercare di formarsi in modalità T-shaped, quindi verticalizzandosi su un determinato argomento ma allo stesso tempo mantenendo una cultura digitale (e non solo) il più possibile ampia, meglio ancora come V-shaped.
D’altronde è risaputo quanto il mondo del lavoro tenda sempre più ad apprezzare figure dalle forti hard-skill, parlando potabile quelle che consentono di dedicarsi a specifici compiti in modo “performante”, ma anche dalle soft-skill rilevanti tra cui: capacità di adattamento e di comunicazione, capacità di fare squadra, di adeguarsi e rispettare in modo più naturale i valori del brand, dando un forte contributo alla crescita aziendale.
E capacità di sorridere alle avversità smettendola con la “lamentite”, aggiungo io.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Come detto suggerisco di verticalizzarsi ma anche di non trascurare l’obiettivo di curare una solida cultura generale che fornisca una visione d’insieme: la base per “diventare grandi” ovvero costruire una “maturità umana e professionale”.
Soprattutto consiglio di comprendere l’importanza di “scoprire il prima possibile il proprio perché” ovvero di riconoscere in modo consapevole i propri “valori salienti” e di maturare una missione e visione personale non cadendo nel tranello diffuso tra i “fissati coi numeri” (che sono importanti ma non bastano!) di credere che questi argomenti “intangibili” siano inconsistenti o poco utili.
Personalmente ho fatto mio e di conseguenza consiglio ogni giorno ai miei assistiti ed allievi che seguo nel loro personal branding la non sempre purtroppo ben compresa “teoria di Simon Sinek del cerchio d’oro” in cui “il perché” viene messo in relazione con “il come” ed “il cosa”.
Se non hai idea di questo argomento, ma mi suonerebbe strano, ti consiglio di leggere il suo best seller, ‘Partire dal perché. Come tutti i grandi leader sanno ispirare collaboratori e clienti‘
Lo faccio ricordando che ciò che conta davvero non è “cosa fare nella vita” ossia di quale “titolo” vorremmo essere “insigniti” (spesso “per fare bella figura con gli altri” ma poi?) ma la motivazione profonda che ci spinge a fare ciò che faremo, quindi la strada piuttosto che il traguardo.
D’altronde esattamente come i clienti acquistano prodotti e servizi spinti soprattutto dal “perché” (o brand purpose) anche recruiter e datori di lavoro tendono oggi sempre più ad assumere professionisti con un perché chiaro che traspaia da una comunicazione altrettanto chiara (da cui l’importanza per qualsiasi candidato di fare personal branding e farlo bene) in modo da coinvolgere nelle loro organizzazioni personale già motivato, già pronto e predisposto ad interpretare una cultura aziendale a cui si è già aderenti (tipicamente in quanto già potenziali consumatori fidelizzati o persino brand ambassador), e così favorendo un circolo virtuoso che li porti a lavorare meglio, con maggiore efficacia ed efficienza (ed anche felicità).
Personalmente auspico di seguire questa strada per il loro benessere psicofisico ed economico e, indirettamente, per quello dell’azienda stessa che li assume o coinvolge nei loro progetti.
Momento Mastrota: per chi desidera mi occupo di lanciare brand proprio “dal perché” e, cosa speciale che non fa nessun altro brand builder, aiuto anche a trovarlo.
Certamente non tutte le aziende si stanno ancora muovendo in tal senso ma le più lungimiranti e visionarie sì.
E a mio parere per i candidati altrettanto lungimiranti e visionari muoversi in questa direzione anche in ambito formativo è la scelta strategica migliore che si possa fare.
Nicola Onida ∙ SEO copywriter Digital Marketer

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Non ho un tempo prestabilito per la formazione.
La mia routine si basa su un delicato equilibrio tra il tempo a mia disposizione, il lavoro da svolgere e il tempo da dedicare alla famiglia e ai progetti personali.
Di solito, mi rendo conto che è necessario dedicare tempo alla formazione quando incontro uno spunto interessante che accende una lampadina nella mia mente, un campanello d’allarme che mi dice “approfondisci questo argomento!”.
Di solito, ogni anno acquisto uno o due corsi di formazione e partecipo a almeno un evento in presenza nel mio settore.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Secondo la mia opinione, la verità sta nel mezzo.
Essere troppo verticalizzati rappresenta un rischio quando si tratta di adattarsi alle diverse situazioni che possono presentarsi lungo il percorso professionale.
Allo stesso tempo, avere una formazione estesa ed eterogenea può far perdere il focus nel proprio settore e “diluire” il proprio posizionamento.
Personalmente, ho trovato vantaggioso approfondire argomenti al di fuori della mia area di lavoro, come la fotografia, l’imprenditorialità e la crescita personale.
Questo mi ha aiutato a crescere e a comprendere meglio determinate situazioni.
Tuttavia, ho sempre avuto cura di non deviare troppo dal mio campo di specializzazione.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace e non dispersiva?
Il mio consiglio è di iniziare con le basi.
Oggi ci sono numerosi blog e piattaforme online che offrono gratuitamente nozioni e strumenti di formazione.
Successivamente, si può approfondire attraverso manuali, consulenze e corsi di formazione, fino ad arrivare a master e scuole di specializzazione.
La chiave è coltivare la curiosità e la costanza nell’apprendimento, cercando di applicare quanto si impara nella pratica.
La formazione efficace richiede anche l’interazione con la comunità online, partecipando a discussioni, seguendo influencer e condividendo le proprie esperienze.
Desidero ringraziare Antonio Luciano per l’opportunità di condividere le mie esperienze nel campo della formazione e dell’employability nel settore digitale.
È stato un piacere rispondere alle domande e spero che le mie risposte possano essere d’aiuto a chi si trova agli inizi della propria carriera online.
Grazie ancora per l’ospitalità e l’interesse dimostrato.
Alessandro Gares ∙ Copywriter

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
Alla formazione dedico parte del weekend (alcuni anzi li dedico totalmente a quello) e alcune sere della settimana lavorativa, non sempre le stesse ma a seconda del tempo e delle energie residue.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Io sarei (e anche chi mi segue lo sarebbe) per la formazione di tipo T-Shaped, perché mi occupo di un ambito specifico (il copywriting) ma per potermene occupare ancora meglio è necessario avere il quadro generale del mondo della comunicazione e del marketing digitale e conoscerlo bene, senza necessariamente diventare un tuttologo.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace e non dispersiva?
Essendo anche io agli inizi, a chi come me inizia, per ora, non sento di consigliare altro che di muoversi come sto facendo io, non tanto perché sia il modo migliore, ma perché è al momento l’unico che conosco.
Sarò scontato, ma se si ha la passione fruire della formazione online risulterà molto più facile, a prescindere dagli orari, dai modi e dalla predisposizione del momento.
Nel concreto, se ti può interessare, sto seguendo insieme ai miei colleghi dei corsi su Coursera (tramite un account annuale aperto dalla nostra agenzia), sono molto interessanti (alcuni rilasciano anche attestati e certificazioni ufficiali) e li consiglierei.
Gianpiero Ferrante ∙ SEO Specialist Copywriter

1. Quanto tempo dedichi alla formazione?
In passato meno, ma oggi, con le tante novità e i continui aggiornamenti, non meno di 3-4 ore a settimana.
2. Per uno specialista che lavora nel digitale, quando si ragiona in termini di employability, meglio una formazione verticale, T-SHAPED, o FULL STACK MARKETER?
Secondo me e per l’esperienza che ho fatto, il “tuttologo” lascia il tempo che trova.
Preferisco una formazione T-SHAPED, dove il consulente può stare sul pezzo su diversi argomenti, ma poi è bravo verticalmente su una competenza specifica, che poi gli darà continuità lavorativa.
3. Cosa suggerisci a chi è agli inizi della propria carriera online per fruire della formazione sul web affinchè risulti efficace?
Due suggerimenti: a) Formarsi: oltre ad essere un approccio molto umile verso la professione è anche il modo per tenersi sempre aggiornato sui continui mutamenti del mercato (TEORIA). b) Confrontarsi: trovare e inserirsi in un gruppo, non necessariamente vasto, di persone che condividono gli stessi interessi professionali per condividere informazioni ed esperienze così da crescere professionalmente con i dati di realtà (PRATICA).
Riccardo Valle ∙ Copywriter

Credere di essere arrivati è un’utopia. Un infantilismo che qualunque professionista dovrebbe bandire dal proprio stile di vita.
Incontrerai sempre qualcuno che ne sa più di te. È una legge fisica. Fisiologica. Tanto vale arrendersi e continuare a imparare senza interrompersi mai. Formazione continua, dunque.
Se lavori nel digitale, la scelta di un corso di formazione può diventare un’operazione davvero complessa, potenzialmente fonte di delusioni, perdite di tempo e di denaro.
La differenza fra un corso valido e uno non valido risiede nell’esperienza sul campo e nella capacità del formatore di creare associazioni fra concetti apparentemente lontani fra loro. Renderle utilizzabili per svolgere determinati compiti.
La semplice conoscenza di concetti e funzioni sono variabili che puoi con facilità acquisire per conto tuo.
Di ciò che può servirti per il tuo lavoro, non c’è nulla che non puoi trovare online a pochi Euro. Molto spesso gratuitamente o dietro la semplice iscrizione a una newsletter.
Partecipare a corso di formazione per sentirti ripetere ciò che conosci già, significa sprecare risorse preziose.
È ciò che il formatore riesce a leggere fra queste conoscenze e a trasmetterti, che può davvero trasformarsi in un valore prezioso.
Sta a te poi decidere se concentrarti su un singolo aspetto del marketing digitale, oppure andare alla ricerca di una preparazione più ampia e generalizzata, a coprire tutte le aree del settore, dalla strategia alla gestione dei dati.
L’ago della bilancia, in questo caso, punterà sempre verso la tua onestà intellettuale.
Sarai in grado di fare una sintesi di tutto ciò che conosci e presentare al cliente un prodotto, o servizio, soddisfacente sotto tutti i punti di vista?
Avrai abbastanza tempo a disposizione per formarti e successivamente mantenere sotto controllo l’intero processo decisionale e operativo?
Sarai in grado di creare un sito web da zero, curandone nei dettagli tutti gli aspetti, tecnici, grafici, di posizionamento e promozione? Oppure ti conviene affidarti ad altri professionisti delegandone completamente alcune mansioni specifiche?
Pensa soltanto a questo banale esempio: C’è una bella differenza fra scrivere un articolo di 1000 parole, persuasivo e SEO orientato, oppure creare una successione di microtesti UX capace di pilotare il visitatore attraverso pagine web e processi di acquisto.
Non è questione di inadeguatezza. Ciascuno di noi ha peculiarità che lo rendono unico.
Forse con un’iper-specializzazione in un settore del digitale riusciresti a dare il meglio di te.
Di contro, all’interno di una visione di insieme, coadiuvata eventualmente da collaboratori specialisti in più settori, potresti trovarti più a tuo agio.
In ogni caso, la formazione non deve mai venire intesa come un impedimento alla tua attività, ma come un’opportunità fondamentale di crescita professionale.
Non presentarti mai a un corso di formazione con l’ingenuità di un vaso vuoto.
Sei un professionista, e se hai scelto un percorso formativo, lo hai fatto perché sai cosa vuoi ottenere da esso.
Anche se sei agli inizi e conosci davvero poco di ciò che sarà la tua professione, documentati prima di affrontare qualsiasi percorso formativo.
Ti costa davvero poco in termini di Euro, ma ti consentirà di utilizzare al meglio le informazioni che ascolterai. Sarai in grado di porre quesiti più pertinenti, sciogliere più facilmente i dubbi.
Riuscirai da subito a crearti quella visione di insieme che il semplice accumulo di informazioni ti impedirebbe di acquisire.
La formazione è un percorso continuo. Non esiste un limite di tempo per apprendere nuove conoscenze e competenze.
RIEPILOGO
MI dispiace ma questo articolo non ha una un epilogo. 😲
O meglio non il mio.
La risposta è nella conclusione che il lettore trarrà da solo dopo la lettura.
Lascio alla sua capacità critica di farlo.
Quindi ecco svelata la ragione per cui l’ho scritto: fare orientamento!
Quello vero, autentico, deve lasciare liberi di pensare.
Dopo una valida ed attenta attività di ricerca, offerto un ventaglio di opportunità la persona potrà trarre le proprie conclusioni per poi scegliere la strada, percorso formativo più adatto a sé.
Questo è l’orientamento, fa leva sullo spirito/senso critico dell’individuo.
Dev’essere spontaneo, genuino altrimenti scade nella manipolazione.
Perché l’orientamento è socio della formazione.
Mi auguro che questo pezzo di blogging abbia questa finalità 💚 per chi lo legge.
Ora due parole sui processi formativi attraverso il web learning.
L’aspetto che preferisco del web è come si apprende attraverso di esso.
L’ipertesto ha favorito un percorso non più lineare ma randomico.
Processo che trovo molto più allineato e conforme con il mio modo di approcciarmi alla conoscenza, curiosità e l’insana capacità di annoiarmi alla svelta.
Inutile dirvi che non ho mai simpatizzato con il sistema istruttivo tradizionale, i suoi percorsi di studio, rigidi, propedeutici.
Ho sempre trovato difficile adattarmi, li trovo ostici e poco pratici.
E temo di ripetermi quando sostengo che ad oggi, non sono più adeguati.
La formazione poi si è fatta sempre più orizzontale e ubiquitaria: il web permette di erogare come di fruire contenuti ovunque e senza limiti di spazio/tempo.
Ciononostante sento di far parte di un cambiamento in atto, ancora non bene identificato.
Sappiamo il punto di partenza ma non quello di approdo.
È affascinante ma se mi fermo a riflettere, destabilizza.
Anche se al web devo tutto, percorso di studi, la figura professionale che sono diventato ad un certo punto mi sono reso conto che guardavo più uno schermo che il mondo la fuori.
Così emergono tutti i dubbi rispetto alla tecnologia, su chi domini chi.
Perciò non posso fare altro che rinviare le preoccupazioni a domani mentre sono felice e mi godo il momento particolarmente confacente alle personalità curiose.
Perché se alle spalle abbiamo un sistema istruttivo vetusto e superato è piuttosto chiaro cosa si prospetta per il futuro, giacché la rivoluzione dell’apprendimento è appena cominciata.
BUONA ❤️ FORMAZIONE!
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