Table of Contents[Hide][Show]
- Come impattano i blog sul web
- Far performare un blog è dura
- Perchè devi fare marketing
I blog sono morti nel 2023? Ho chiesto a 21 esperti di marketing e blogger+−
- Riccardo Esposito copywriter formatore
- Marco Lutzu di SOLUTZIONE ®
- Martina De Nardi Consulente LinkedIn Content Marketing
- Giorgio Gioacchini Metodo Lanciati Online ®
- Riccardo Scandellari Advisor di Marketing, Branding e Comunicazione
- Andrea Lisi di Copy Persuasivo ®
- Giancarla Zaino Marciano SEO Copywriter
- Piero Babudro Copywriter
- Annarita Faggioni Copywriter Freelance
- Federico Chigbuh Gasparini Marketer Team manager
- Giovanna di Troia Giornalista Digital Marketing Manager
- Bruna Picchi Web Copywriter Social Media Strategist
- Antonio Dalla Libera Marketing & content strategist
- Ludovica De Luca copywriter blogger
- Cristina Skarabot Seo copywriter Marketer
- Alessandro Epis Digital Marketing Specialist
- Francesco Gentile Copywriter – social media manager
- Candida Toscano Copywriter
- Stefano Biosa Digital Sales Manager
- Silvia Bonasegale Camnasio Copywriter per veterinari
- Emiliano Bertelli Public Relations and Visual Designer
- RIEPILOGO – I blog sono morti nel 2023?
I blog sono morti?
Nel 2023 i canali che catturano più interesse sono video e podcast.
I blog in circa cinque anni hanno perso la priorità.
Dunque Sono in caduta libera o rappresentano sempre un efficace canale di marketing?
C’ è una certa ripetitività nel dare per morto qualche strumento di marketing ogni anno, rigorosamente.
Ormai è una tradizione, quasi.
Se qualcuno la manca avverto come uno senso di privazione.
Tuttavia, gusto del macabro a parte, oramai dovremmo essere abituati a vedere media redivivi piuttosto che cadaveri.
Come accade agli attori che muoiono tantissime volte.
Così quest’ anno, a quanto pare, è il turno del blog ad essere dato per morto. 🪦
Ma la realtà è tutt’ altra.
È vero, sente i tempi che cambiano ma è duro a morire o almeno vende cara la pelle.
E allora perchè circola questo brutto presagio di morte sui blog?
Perchè, ahimè, un fondo di verità c’ è.
Il 2023 è l’ anno della crescita esponenziale di video e podcast a dispetto dei blog che hanno perso d’ interesse.
Perciò se devo dirti la verità pensare che il blog abbia qualche problemino di salute non è poi così lontano dalla realtà.
Infatti negli ultimi 5 anni i video sono cresciuti in popolarità e hanno superato i blog nelle ricerche e Google Trends lo dimostra.

Una verità che da blogger incallito mi mette un po’ di apprensione.
Farei di tutto per difendere il blog, il mio strumento di lavoro, canale prediletto per comunicare.

Ma è inevitabile non avvertire lo stesso la spinta dei formati audio e video che incalzano.
Non si può certo far finta di nulla.
Nel mio caso, poi, quella dei video è proprio un cinghialetto seduto sullo stomaco.
Avete presente quella pressione tipica che subiamo noi marketer quando si innesca un cambiamento nella comunicazione e dobbiamo uniformarci rapidamente al media/canale del momento?
Ne so qualcosa quando ci ho provato con i podcast e sono finito per demordere con i video.
Menomale che i numeri non mentono, mai.
Stando ai dati il blog rimane insostituibile, almeno per il momento, e per fortuna aggiungo io, Fiuuu. 😅
Con oltre 600 milioni di blog su 1,9 milioni di siti web in tutto il mondo, secondo WebTribunal, che generano 6 milioni di post al giorno con WordPress e Tumblr, le due piattaforme più popolari, hanno una potenza di fuoco mica tanto trascurabile, almeno per il momento.
I social media stanno uccidendo i blog?
E se fossero i social media i colpevoli della dipartita del blog?
Dubito perchè gli articoli fruttano alle aziende risultati preziosi sul lungo termine con la ricerca organica mentre i post sui social media si dissolvono assai rapidamente.
Eppoi vanno presi in considerazione gli algoritmi che variano di continuo secondo il volere ”supremo” dei team dei social media mentre sul blog sei a casa tua e questo non accade.
I social media vanno visti piuttosto come alleati dei blog per promuovere i contenuti non come antagonisti.
Utili ad una strategia di marketing collaborativa, quindi più efficace per raggiungere le persone.
Come impattano i blog sul web
Il blog è ancora il miglior investimento a lungo termine per fare lead generation.
Neanche le campagne pubblicitare generano un flusso continuo di lead come i blog.
Le quali appena spente si interrompono mentre gli articoli lavorano instancabili, ancora, ancora senza limiti di tempo.
Ed il traffico organico è una risorsa più importante che mai.
A differenza di quello a pagamento che smette di arrivare non appensa si esaurisce il budget.
Ecco perchè i blog hanno ancora un impatto sul web ed un’ azione congiunta assieme a video e podcast è da preferire rispetto al farne a meno.
Quindi è più opportuno parlare di una strategia di marketing con video, audio e testi insieme che di far fuori i blog.
Per esempio un articolo che da informazioni ed illustra un prodotto ma con un video si rivolge ad un pubblico più esperto, ampio, intercetta utenti in più fasi decisionali prima dell’ acquisto.
Far performare un blog è dura
Ora se pensi che curare un blog per fare content marketing sia facile leggi cosa ho da dirti.

Tra fare blogging efficace e pensare di farlo c’ è una bella differenza, si non basta scrivere.
Rispetto al passato, inoltre, le cose si sono complicate un bel po’.
Innanzitutto devi anteporre l’obiettivo di attrarre backlink a scrivere giusto per farlo, ovvero senza questo scopo.
Ogni articolo deve mirare a posizionarsi ed essere scelto come fonte autorevole.
Devi fare tutto per bene dall’ ottimizzazione SEO allo scrivere contenuti utili e di qualità.
L’ obiettivo è superare la concorrenza che presidia le migliori posizioni nelle pagine dei motori di ricerca per scrivere meglio degli articoli pubblicati dai colleghi online.
Dunque, oggi è più difficile fare la differenza con i blog, ma se riesci a padroneggiare il blogging è un’ attività in cui vale sempre la pena investire.
Tuttavia torniamo ai numeri, dove secondo uno studio di Hubspot il 60% delle persone legge un blog almeno una volta alla settimana.
Ragione per cui è ancora uno strumento di marketing assai valido ed efficace.
Ma non sono tutte rose e fiori. 🥲
Google Trends mostra che negli ultimi 5 anni l’ interesse per il blog nel mondo è scemato, e questo è un dato di fatto.

Perchè devi fare marketing
Sulla base delle recenti statistiche è il marketing ad essere ancora influente, non il canale usato.
La strategia di marketing va scelta in modo tale che sia utile a raggiungere l’ obiettivo che ci siamo prefissati come marketer.
Si tratta di sforzi che comunque verranno ampiamente ripagati.
Perchè stando a ciò che Statista ha riferito nel 2022 il content marketing ha generato oltre 63 miliardi di dollari di entrate il tutto il mondo.
Mica spiccioli…🤑
Quindi la domanda non è chiedersi se sia giusto fare content marketing piuttosto come fare a guadagnare con i contenuti.
La risposta è nel puntare sulla scelta delle strategie di marketing adatte tenendo conto che sono diverse asseconda del brand/business a cui le applichiamo.
Quindi non sono i blog a non essere validi o i video migliori rispetto agli audio.
Non è una questione di canale da scegliere a dispetto di.
Piuttosto bisogna applicare la strategia di marketing più adatta a raggiungere i clienti.
Per esempio, in alcuni business dove l’ utente ideale non legge i blog, non ha bisogno di ottenere ulteriori informazioni basta l’ email marketing.
In questo caso specifico quindi il blog non è morto ma irrilevante.
Perciò in un web sempre più votato all’ intrattenimento che cambia più veloce di noi il blog resta comunque un canale efficace per le tue strategie di marketing.
Quindi, a quanto pare, non è giunta ancora la sua ultima ora.
I blog sono morti nel 2023? Ho chiesto a 21 esperti di marketing e blogger
Avere il sentore che il blog non sta bene mi fa male al cuore.
Amo il blogging per tutto ciò che mi ha dato in questi anni e continua ad offrire.
Perchè da l’ opportunità di avvicinare le persone, riduce le distanze con gli specialisti del digital marketing, colleghi web writer, copywriter, clienti, persone.
Ma soprattutto da voce agli autori sul web.
Il blog è lo strumento delle persone, l’ unico, forse l’ ultimo rimasto libero, non di proprietà del mainstream.
Ed agli autori web deve tornare.
Al limite sarà la loro voce a decretarne la fine ma con il silenzio.
Se dovranno perire, questa è la morte che desidero per i blog.
Per questa ragione ho pensato di chiedere un contributo a più esperti di marketing per un expert roundup e capire se il blog è malandato come vogliono farci credere o gode ancora di una salute di ferro.
Ecco magari mi accontenterei di sapere che anche se non è proprio sano come un pesce ha qualche chance di sopravvivenza.
Non sono pronto a vedere il blog abdicare in favore di video e podcast.
Ne ad abiurare visto che professo il blogging ogni santo giorno anche se seguo quest’ ultimi con fervente interesse.
Quindi chiederò se con l’ ascesa di video e podcast si può presumere un blog morente e se è giunto il tempo di cedere il passo come efficace canale di marketing.
🤞Dunque, cari colleghi i blog sono morti?
Scopriamolo assieme.
Riccardo Esposito copywriter formatore

Ogni tanto c’è un annuncio del genere: i blog sono morti.
Ma perché dovrebbe succedere questo?
Perché dovrebbe morire questo strumento così importante per la diffusione della conoscenza online?
Forse perché fa comodo a qualcuno poter cavalcare l’onda successiva e incoronarsi come avanguardista, profeta della caduta di un pilastro del web come lo conosciamo oggi.
Un giorno si dirà: “Ecco, pincopallino ha anticipato la morte del blog”.
E però i blog non muoiono mai.
Questo per diversi motivi. In primo luogo non sono legati a una singola piattaforma proprietaria.
Cioè, se all’improvviso chiude Google Plus – come è avvenuto – si disintegrano tutti i consulenti e gli esperti di questo social.
Tutto ciò non può avvenire con il blogging che è una tecnica comunicativa.
È come dire: “Un giorno finirà la comunicazione orale”. Non è vero. È impossibile.
O meglio, è improbabile.
Poi dobbiamo considerare un aspetto tecnico molto importante: ad oggi, le ricerche informazionali sono numerosissime.
Cosa significa?
Semplice, le persone cercano risposta a domande concrete.
Vogliono conferme, indicazioni, punti da affrontare per ottenere la soluzione a problemi reali.
Il blog serve a questo, a soddisfare le necessità del pubblico che vuoi intercettare.
Non puoi farlo in modo differente, soprattutto in determinati settori.
Ecco perché il blog non è morto e non morirà. Neanche a causa di ChatGPT 🙂
Marco Lutzu di SOLUTZIONE ®

Credo che nessuno strumento di Marketing muoia mai realmente.
Ci sono momenti di maggiore hype attorno ad un format, questo ad esempio è il momento dei podcast e delle trasmissioni YouTube, per quanto riguarda il long form, e dei reels per quanto riguarda il short.
Ma ciò che vince è come al solito il messaggio, a prescindere dallo strumento che lo contiene.
Per chi ha talento nella scrittura e tempo da dedicare il blog rimane un’ottima risorsa. Rispetto alla parte video richiede sicuramente più tempo ma meno budget e premia senz’altro chi ha investito nell’acquisire tecniche di Copy.
Se stessi partendo in questo momento, fossi da solo e avessi meno budget e più tempo a disposizione, il blog sarebbe senz’altro uno strumento al quale mi dedicherei tanto, come ho fatto nei primi anni della mia carriera.
Martina De Nardi Consulente LinkedIn Content Marketing

Una cosa è certa: da quando esiste internet, e in particolare Google, le persone non hanno mai smesso di fargli delle domande. Le ricerche online continuano ad essere fatte su qualsiasi ambito e settore.
Quello che negli anni cambia continuamente sono i risultati in SERP che Google restituisce a quelle ricerche.
Possono essere delle pagine web di siti istituzionali oppure degli articoli di blog, dei contenuti video, dei luoghi, ecc… Ma la cosa fondamentale è che siano il più possibile coerenti con le abitudini di ricerca e navigazione dell’utente che effettua la ricerca stessa.
Ed è proprio per questo che sono convinta che il blog nel 2023 è tutt’altro che morto!
Va fatta però una considerazione: pensare di poter “vivere” online solo del proprio blog personale o aziendale che sia, è un lusso che non ci si può più permettere.
A volte i blog (anche aziendali) hanno diversi anni di contenuti di qualità alle spalle e si limitano a continuare a pubblicare contenuti nuovi tutte le settimane, senza pensare che potrebbero dimezzare lo sforzo aggiornando i migliori articoli o trasformandoli in video per il canale YouTube, ad esempio.
Otterrebbero, tra l’altro, un doppio beneficio: minor impegno e sviluppo di un canale YouTube di rilievo nel proprio settore.
Dunque, quello che secondo me serve davvero è una maggior apertura mentale sia da parte di chi decide oggi di aprire un blog da zero, sia da parte di chi lo ha già aperto da anni e pensa che non sia più efficace.
Nel primo caso è importante fare un’analisi approfondita del proprio buyer persona e di come effettua le ricerche online. Non è detto che il blog sia il canale di punta su cui lavorare, magari è meglio partire investendo su un canale YouTube o TikTok!
Nel secondo caso bisogna valutare i dati analytics del proprio sito e capire quali sono le azioni da mettere in campo per sfruttare al massimo i contenuti già faticosamente creati per il proprio blog!
Giorgio Gioacchini Metodo Lanciati Online ®

Se i blog sono morti nel 2023?
No, assolutamente no!
I blog sono innanzitutto un canale, uno strumento che utilizziamo per mettere dei contenuti di marketing in forma scritta, testi.
Poi affinchè sia efficace va inserito in una strategia di marketing sensata che sia in grado di attirare tramite contenuti i clienti potenziali, ideali.
Quindi a trasformare i lettori in clienti con una serie di step che vengono dopo il blog.
Come insegno all’ interno del mio Metodo Lanciati Online® prima dobbiamo portare queste persone con una serie di passi a trasformarsi in lead.
Attraverso un’ offerta con un lead magnet, una call to action tipo: ‘Scarica questo workshop gratuito.’
Dopo le portiamo ad una presentazione di vendita, in questo caso un workshop gratuito sempre seguendo il mio metodo.
Dove facciamo capire qual è il nostro posizionamento, il nostro modo unico di risolvere un problema specifico, il valore unico della nostra offerta.
Dopo ci sarà un’ offerta con una serie di follow up per massimizzare le vendite.
Quindi il blog non è morto assolutamente nel 2023, è vivo e vegeto!
È uno strumento con cui possiamo diffondere in forma scritta dei contenuti.
Però l’importante è che devono essere scritti in target, con un posizionamento strategico per intercettare i clienti potenziali.
Ma gli articoli del blog, il video su YouTube, il podcast sono solo il punto uno da dove si genera interesse per un susseguente processo di conversione completo.
Riccardo Scandellari Advisor di Marketing, Branding e Comunicazione

In questi ultimi anni sono tornato al passato, sto evitando il rumore di fondo dei messaggi di stato e delle battute da bar, nel tentativo di ridurre le fonti e liberarmi degli algoritmi che decidono al posto mio cosa sia da leggere o da vedere.
Se questa è la mia necessità, ho immaginato che lo sia anche per chi mi segue e ha riscontrato lo stesso problema.
Quindi due anni fa ho aperto una newsletter, ho rivalutato il Blog, ho aperto un canale Telegram nel tentativo di isolare chi apprezza i miei spunti da chi mi segue su Facebook per sbaglio o senza un reale motivo.
I social network sono i luoghi in cui hai pochi istanti per catturare il pubblico: se sbagli le prime quattro parole nessuno si ferma e chi ti osserva ha spesso lo stesso obiettivo che hai tu: ottenere attenzione.
Qualche giorno fa ho osservato sulla news feed di LinkedIn un professionista che, nonostante abbia un nutrito seguito e tanto engagement, sulla foto profilo aveva la scritta verde “open to work” e si lamentava di non trovare lavoro.
Questo è il problema.
I messaggi di stato che hanno la capacità di muovere migliaia di persone a interagire potrebbero non essere in grado di garantire per te e innescare la necessaria fiducia in chi ti osserva.
I contenuti non sono tutti uguali e il luogo in cui vengono pubblicati neppure.
Ho sbagliato in passato e imparato che 100 lettori di un articolo di 700 parole come questo producono più clienti e opportunità di un post motivazionale, provocatorio o controverso da 1.000 like.
La qualità dell’attenzione paga, la quantità di like ci fa solo sentire appagati.
Estratto da: ‘Fare marketing ai pesci rossi‘
Andrea Lisi di Copy Persuasivo ®

Nel 2023 i blog sono ancora uno strumento molto potente, specialmente se: a) tu o la tua azienda non siete attrezzati o disponibili a fare video marketing professionale b) fate già video o podcast marketing e volete mettere in leva quei contenuti con la “tecnica del maiale”.
Nelle strategie di content marketing persuasivo che applichiamo nelle mie aziende (Copy Persuasivo®, CBDexpress®) e con i clienti della mia agenzia, il blog c’è sempre.
Specialmente se l’azienda ha già pubblicato in passato e il sito ha già un po’ di autorevolezza e traffico (qualche migliaio di visite/mese), vale la pena reinvestire negli articoli.
Ci capita infatti che i nuovi articoli pubblicati si indicizzino molto velocemente, e diventino nel giro di un paio di mesi nuove importanti fonti di traffico e lead (o vendite) a oltranza.
Per farti un esempio, a Giugno 2022 ho deciso di creare la migliore raccolta di lettere di vendita per agenti immobiliari, estraendo e regalando al pubblico 7 modelli che hanno portato ottimi risultati ai nostri clienti.
Già a Settembre quello è diventato uno degli articoli più visitati del blog, e diverse agenzie immobiliari ci hanno contattato per consulenze e servizi.
Avevano usato i modelli in autonomia, ottenuto i primi risultati, e gli era venuta “l’acquolina in bocca” perciò volevano delegare a noi per aumentare ancora di più gli incarichi e le vendite.
E oltre 6 mesi dopo, continuano ad arrivare lead e clienti da quell’articolo.
Per chi invece parte da zero e ha solo un sito, magari nuovo, senza traffico organico, suggerisco comunque di dedicare un minimo di energia al blog.
Perché?
Come si suol dire, “Non c’è mai una seconda occasione per fare un’ottima prima impressione.”
Se un prospect vi scopre dall’offline o tramite le ads, andrà a controllare il vostro sito per vedere chi siete e cosa siete in grado di fare.
E farà lo stesso con i vostri concorrenti.
Se arriva e quello che trova è il solito sito vetrina o una landing page e basta, avrà l’idea di qualcuno che si è improvvisato.
Se invece trova almeno un “tesoretto” di 6-8 articoli già potrà farsi un’idea della vostra expertise reale. E quello è proprio il minimo.
L’ideale sarebbe averne almeno 20-24.
E se non avete voglia di investire nel blog a oltranza, almeno progettate gli articoli per far sì che siano evergreen e pubblicateli senza data – altrimenti comunicherete incuria e incostanza, ottenendo un effetto negativo.”
Andrea, cosa ne pensi dell’ ascesa di Video e Podcast nel 2023, può impensierire il blog come efficace canale di marketing?
Sì e no. 🙂
È vero che i video e i podcast in alcuni contesti possono comunicare in maniera più diretta, perché sfruttano elementi che non possiamo veicolare con la scrittura, ma di testi ci sarà sempre bisogno.
Come lasciavo intuire nella precedente risposta, un’azienda seria dovrebbe avere una strategia di contenuti.
Se è furba, crea i macro-contenuti in video e da lì ci tira fuori anche podcast e blog (oltre ad altri micro-contenuti).
Giancarla Zaino Marciano SEO Copywriter

Il blog è, ancora oggi, un canale di comunicazione imprescindibile per un brand, piccolo o grande che sia.
Ed è, a mani bassi, il re del Content Marketing.
Nell’ottica di una strategia multicanale, il blog occupa un posto privilegiato per la sua capacità di essere sostenibile: – gli investimenti in un blog ottimizzato in ottica SEO portano un ritorno anche a distanza di anni; – gli articoli possono essere riciclati secondo una logica di repurposing, per trasformarsi in contenuti social o script di video e podcast.
Inoltre, è uno strumento di posizionamento online utilissimo a raggiungere una nuova audience alla ricerca di risposte ai propri problemi.
Grazie a un articolo ben scritto, si ha la possibilità di acquisire l’interesse quotidiano di nuove persone, che, nel tempo, potrebbero diventare proprie clienti.
Il blog non va dunque in contrasto con altri canali, ma si aggiunge ai touchpoint di comunicazione strategici per il brand, tutti orientati verso lo stesso obiettivo: trasformare un visitatore in acquirente, grazie al giusto valore fornito.
Piero Babudro Copywriter

I blog sono vivi ed in piena salute! Tutto sta a saperli usare.
Sono tutt’ ora uno strumento di marketing e di comunicazione molto efficace.
Quello che è cambiato da quando si sono imposti sul mercato italiano circa 20 anni fa, quando i primi blogger venivano invitati alle conferenze stampa, è la difficoltà per produrre contenuti di qualità perchè c’è molta più concorrenza.
Il pubblico è cambiato, non tutti sono propensi a consumare contenuti testuali molto ampi, lunghi, i cosiddetti long form content.
Per quanto riguarda la necessità di informarsi, uno strumento capace di intrattenere, fornire informazioni importanti, essere il pilastro di diverse strategie di content marketing il blog è assolutamente vivo e vegeto.
Chiaramente sente il peso degli anni!
Certo deve modificarsi, sapere come inserire al suo interno tutta una serie di contenuti premium quali potrebbero essere i Podcast, contenuti audio-visivi, infografiche.
Però non posso dire che il blog inteso come spazio di autopubblicazione, portato avanti da un professionista, un appassionato o un’ azienda sia morto, ma é vivissimo in perfetta salute.
Invece la domanda se l’ascesa di video e podcast abbia reso il blog meno efficace come canale di marketing è molto interessante, più complessa.
Molto dipende dal tipo di prodotto o servizio per il quale vogliamo fare marketing e dal tipo di pubblico a cui ci rivolgiamo.
Per esempio le generazioni più giovani, più fresche sono sicuramente più portate a comunicare attraverso contenuti audiovisivi piuttosto che testuali.
Perciò se dovessi vendere, fare marketing per un prodotto dedicato ai sedicenni di oggi l’ultima cosa che farei probabilmente è quella di aprire un blog ma casomai produrrei altri tipi di contenuto.
Quest’ ultimo non so nemmeno se rappresentato da video/podcast perchè probabilmente le generazioni più giovani hanno in mente, vogliono fruire contenuti molto freschi ma allo stesso tempo assai rapidi, frammentati.
Per cui il blog è un canale di marketing che in alcuni casi può essere meno efficace perchè è cambiato il pubblico di riferimento non perchè video e podcast si sono presi una bella fetta di attenzione negli ultimi anni.
Certo la relazione che possiamo instaurare tra video, podcast e blog come canale di marketing è un’altra, il video non tanto ma il podcast soprattutto quello audio ha reso più semplice, immediato produrre dei contenuti di qualità o meno.
Per cui il blog ha perso un po’ di smalto in quanto sappiamo che per scrivere, controllare, impaginare e poi pubblicare un articolo di qualità ci può volere una giornata mentre gli stessi concetti possono espressi in una puntata di un podcast che magari dura 20 minuti e richiede un’ ora per essere prodotto.
Questo è l’ elemento che mi sentirei di sottolineare ma non che video e podcast si sono affermati e quindi di colpo il blog è meno efficace come canale di marketing.
Annarita Faggioni Copywriter Freelance

Il blog ha cambiato destinazione d’uso. Chi vuole esprimere la propria creatività oggi sceglie i social network.
Purtroppo, però, ci sono dei rischi.
Infatti, i social – con i dovuti scongiuri – vanno in down.
In più, ci sono contenuti che sono validi solo per 24 ore o meno, come le Storie. Passato questo tempo, è difficile recuperare questi contenuti, oppure usarli per fare altro (podcast, post, ecc.).
Con il blog, invece, chi vuole trasformare la propria passione in un brand trova un archivio completo.
In più, questo contenitore è molto apprezzato dai motori di ricerca.
Per un potenziale cliente, che magari non è iscritto a tutti i social, può essere un modo per trovarti se usi il blog con le giuste parole chiave, anche riutilizzando in ottica strategica i tuoi contenuti.
Per le attività, invece, il blog “costringe” a rinnovarsi.
La sfida è continua, ma ha il suo perché.
Un nuovo post di blog rinforza le relazioni con i clienti che già conoscono quell’azienda e ne crea di nuovi con potenziali clienti.
Poi rende autorevoli sui motori di ricerca, senza l’impegno che ci vorrebbe, invece, per creare un e-book.
Anche qui, avere un blog a supporto dell’azienda è un modo per sapere in anticipo quali sono gli argomenti più interessanti per il lettore-potenziale cliente e per creare il “gancio giusto” per una newsletter (o per la vendita su Amazon, perché no)”.
E con i Video e Podcast i blog hanno vita dura ?
In realtà no, proprio per il motivo per cui questi nuovi media sono nati.
I video e i podcast nascono dall’esigenza delle persone di ottenere subito informazioni, senza perdere tempo a leggere.
Il problema è che, nonostante viviamo nel mondo di Chat GPT, a oggi Google e gli altri motori di ricerca non riescono a “decifrare” l’audio e il video, tanto è vero che dobbiamo mettere descrizioni e sottotitoli.
Quindi, un archivio di supporto può fare comodo anche contro gli imprevisti.
È un’assicurazione.
Immagina che un domani la piattaforma di streaming dove ci sono i tuoi podcast svanisca di botto. Potrai sempre recuperare tutti i file che hai compressi sul blog.
È impossibile fare marketing senza un minimo di approccio alle parole chiave secondo me. I servizi si cercano per parola chiave, non per simpatia.
Federico Chigbuh Gasparini Marketer Team manager

Caro Antonio, prima di tutto permettimi di ringraziarti per avermi invitato al tuo expert roundup e di salutare il tuo pubblico.
Ciò detto, per rispondere alla tua domanda con cognizione di causa ho bisogno di fare un breve excursus.
Chi fa digital marketing sa bene che esistono due tipi di piattaforme:
- Piattaforme di customer discovery: dove il tuo target ti scopre attraverso un contenuto breve mentre sta facendo altro (ad esempio, TikTok, Instagram o Facebook).
- Piattaforme di content consumption: dove il tuo pubblico atterra per consumare i tuoi contenuti e si attende di trovare dei long content poiché vuole approfondire gli argomenti con cui hai catturato la sua attenzione (ad esempio, blog, YouTube e podcast).
Oggigiorno, una buona strategia di digital marketing deve prevedere l’utilizzo di, almeno, una piattaforma di content consumption tra quelle da me citate.
Nel 2023, quindi, il blog può aver perso un po’ di appeal ma non è senz’altro morto poiché ci sono ancora tante persone che preferiscono approfondire un argomento attraverso la lettura.
Una prova di ciò che dico è l’investimento miliardario fatto da Microsoft in OpenAI che ha dato alla luce a ChatGPT.
Si tratta di una IA il cui output principale è un testo scritto.
Vista tutta questa enfasi data all’elemento testuale ritengo che, anche quest’anno, il blog avrà un ruolo fondamentale nella costruzione di un corporate o personal brand.
Bisogna, infatti, ricordarsi che questo strumento è molto efficace nel veicolare il traffico organico verso il proprio sito web.
Giovanna di Troia Giornalista Digital Marketing Manager

Una volta c’era Splinder, oggi c’è WordPress con l’editor Gutenberg e i suoi contenuti a blocchi, il fascino ammaliatore di Wix, la facilità d’uso di Drupal, e Blogger che sopravvive alla concorrenza.
Il mio viaggio nel blogging inizia proprio da Spinder un po’ per quella curiosità che mi contraddistingue da sempre, un po’ per la passione per la scrittura, un po’ per esplorare le nuove forme e gli innovativi strumenti di comunicazione.
E così inaugurai il mio spazio su Splinder, “okkiblu”. Ho poi girato per il web, facendo tappa su blog, magazine e siti altrui per poi approdare su WordPress per crearmi la mia “casa digitale” dove sperimentare e mettermi alla prova, avendo chiavi in mano, ma spalancando le porte a tutti coloro che abbiano voglia ed interesse a leggermi.
Il mio blog giodit.com è anche la mia “palestra” personale dove, con dedizione, passione e costanza, esercito la mia creatività e addestro i miei polpastrelli a digitare fiumi di parole per costruire visioni, far conoscere il mondo del blogging, del content marketing, dei social e le idee innovative delle start up, e per cavalcare i trend del momento.
I blog sono stati l’anima del Web 2.0 ma con il passare degli anni anch’essi si stanno evolvendo continuamente. Un profondo scossone al mondo dei blog è stato l’avvento dei social che hanno iniziato ad affiancarli e nello stesso tempo offrivano anche l’opportunità di condividere su altri canali i propri blog post per aumentarne le visite e l’engagement.
I social hanno in qualche modo assorbito le dinamiche dei blog divenendo strumenti di “microblogging”. Non a caso nell’era odierna anche chi non ha mai scritto su un blog si definisce “blogger”, “insta-blogger” o ancora instagrammer, youtuber, tiktoker, condividendo foto, Reel, Stories, video di lunghezza variabile dai pochi secondi a contenuti più lunghi che riprendono il concept iniziale del blog, ovvero di essere un “diario personale online”.
L’agorà pubblica si è però trasferita sui social, Facebook, Twitter, LinkedIn in primis e questo nuovo scenario ha comportato la morte dei commenti nei blog.
E sempre più spesso i messaggi di commento ai blog sono per lo più pubblicitari o di spam.
Ma il blog gode di ottima salute e non è assolutamente sul viale del tramonto, anzi è un media proprietario che non conosce down, problemi per le inserzioni, consente di avere visite qualificate, di risolvere un problema al proprio target e alla propria fanbase.
È un modo di ritagliarsi uno spazio personale nella giungla del web, è ideale anche per le piccole e medie imprese e per le start up per farsi conoscere, aumentare la brand awareness ed il fatturato attraverso la lead generation.
E comparendo nei motori di ricerca si può raggiungere ogni parte del globo, lavorando in ottica SEO e su keywords di settore.
Il blog, inoltre, è un ottimo biglietto da visita per far conoscere i propri talenti, le proprie skill e competenze, e per creare il proprio portfolio in un’ottica di personal branding.
Bruna Picchi Web Copywriter Social Media Strategist

Forse un giorno i blog moriranno.
Per adesso, credo, sono vivi e vegeti.
Tuttavia, mi sento di dire qualcosa in merito, soprattutto in vista dei cambiamenti che verranno con l’utilizzo più massiccio dell’AI per la creazione di testi.
I blog sono più che attivi, ma rischiano di diventare seriamente inutili.
Nessuno si sogna di affermare che un blog possa crescere e diventare un punto di riferimento, per una nicchia di lettori, senza dedicare le giuste energie a: ricerche, progettazione, pianificazione, redazione e ottimizzazione.
Nessuno, oggi, può pensare di sopravvivere senza marcare in qualche modo la differenza tra sé e gli altri.
Quanto da anni andiamo predicando, come blogger professionisti e web copywriter, adesso è vero più che mai: è necessario distinguere la propria voce, coltivare l’audience, trovare modi sempre più raffinati di soddisfare i lettori.
Possiamo già farlo sfruttando l’AI, ma anche tenendo presente che un blog post può incorporare contenuti in altri format: video, in primo luogo, e podcast, perché no.
In altre termini, oggi un blog dovrebbe essere inteso come un prodotto artigianale.
Se lasciamo che sia meno di questo, in breve tempo rischiamo di perdere tutto.
A breve in molti si toglieranno lo sfizio di pubblicare contenuti creati in automatico dall’AI.
Ma, senza le attenzioni di cui sopra, presto avremo a che fare con una nuova ondata di risorse non richieste, utili a nessuno, indistinguibili le une dalle altre.
Vogliamo questo?
No, né da professionisti né da lettori.
Antonio Dalla Libera Marketing & content strategist

Premetto che prevedere in modo certo quale media diventerà il più importante è un esercizio di stile fine a se stesso.
Il mercato spesso risponde in modo totalmente inaspettato e dobbiamo porci in modo agnostico ad esso.
Allo stesso tempo, strategicamente parlando, non è un canale a fare la vera differenza ma è l’insieme delle attività di marketing a decretare il successo di un brand.
Al momento, il blog rappresenta ancora un avamposto di nostra proprietà sul quale poter agire in totale autonomia.
A prescindere dalle evoluzioni e cambiamenti di algoritmi e social network vari.
È un asset che però richiede molto impegno, molto più di quello necessario ad una pubblicazione costante sui social.
Oltre alle idee, serve una seria attività SEO in cui in pochi sono disposti ad investire.
Ma se questa cosa viene fatta bene, possediamo un canale su cui poter fare marketing e da cui poi poter prendere gli argomenti da distribuire anche nel calendario editoriale sui social.
I video e i podcast e ultimamente i video podcast sono ottimi canali di content consumption che coprono le esigenze di utenti che in generale li preferiscono ai contenuti testuali.
In una strategia di marketing vincente nessuno di questi media esclude l’altro e si supportano invece a vicenda.
Quindi, per concludere, il blog non è ancora morto ma ha bisogno più che mai dell’aiuto di altri touch point di cui podcast e video, oggi sono un elemento importante da tenere in considerazione.
Ludovica De Luca copywriter blogger

In un contesto socio-economico in cui la vera partita per conquistare l’attenzione, l’affetto, il rispetto e la fiducia delle persone si gioca sul campo della reputazione, il blog è come l’assist del numero 10. Il tocco di classe che ti spinge dritto in rete.
I blog sono e saranno essenziale strumento di comunicazione con le persone e per le persone. Sono il luogo in cui il brand può raccontarsi liberamente e con consapevolezza, senza sottostare a logiche che dipendono da decisioni – e, alle volte, capricci – altrui.
Strumento di reputazione, strumento per la SEO, strumento di comunicazione e relazione, è questo oggi il blog.
Un brand che voglia costruirsi con solidità e lungimiranza, potrebbe mai rinunciarci?
Come vedi il crescente interesse per i video ed i podcast possono influire sulla validità del blog come strumento di marketing?
Video, Podcast e blog post sono canali con logiche e modalità di comunicazione specifiche.
Integrarli in una strategia di comunicazione è saggio, se hai risorse a sufficienza.
E per risorse intendo budget, tempo e persone che vi si possono dedicare.
Tra gli strumenti di comunicazione deve esserci collaborazione, non competizione.
Se l’obiettivo è costruire un brand forte.
Cristina Skarabot Seo copywriter Marketer

Il blog non è morto, assolutamente no, oggi più che in passato il blog permette all’azienda di farsi conoscere e distinguersi dalla concorrenza.
Per farlo però il blog deve offrire qualcosa di unico e basarsi su contenuti di valore umani ed emozionali.
Proprio il termine umano è quello su cui vorrei portare l’attenzione ai tempi di chatgpt.
Un vero blogger ha la capacità di emozionare il lettore e farlo arrivare alla fine del testo, al momento di compiere l’azione desiderata dall’azienda.
Semplice?
No, ma per fortuna la tecnologia ci aiuta (e non ci sostituisce).
I blog pensi siano minacciati dal crescente interesse per video e podcast?
Da sempre l’informazione video e audio è preferita dagli utenti per la maggiore fruibilità e la comprensione migliore dei concetti espressi.
Si tratta a mio avviso di due modi diversi di comunicare, che non si escludono ma si integrano per fornire un contenuto di valore all’utente.
Non sono quindi una minaccia per il blog tradizionale.
Alessandro Epis Digital Marketing Specialist

Negli ultimi anni sembra che i blog debbano “combattere” su due fronti per sopravvivere:
- contro i contenuti brevi
- contro i contenuti offerti in formati più comodi
I contenuti brevi, in qualsiasi formato: dai tweet ai reel, dai caroselli ai video di TikTok, offrono alle persone uno svago immediato, una risposta rapida, uno spunto interessante, il tutto fruibile in pochi secondi.
Quante volte abbiamo sentito dire “gli utenti hanno una soglia dell’attenzione sempre più bassa”?
Sicuramente è vero, ma è altrettanto vero che in pochi secondi non possiamo dare risposte a tutto, gli spunti saranno superficiali e certi argomenti richiedono profondità e pazienza.
Da qui la necessità di inserire in una strategia di marketing sia contenuti in formato breve, sia contenuti cosiddetti long form.
A questo punto, il blog si trova a concorrere con podcast e video, formati che spesso risultano più comodi: puoi ascoltare un podcast mentre corri o mentre guidi, puoi guardare un video mentre mangi o mentre ti alleni, ad esempio.
Quindi, che senso ha un blog nel 2023?
Per prima cosa, come regola generale, considera che non tutte le persone sono uguali e sicuramente alcune preferiscono il formato scritto.
Se esistono e crescono piattaforme come Medium e Substack, significa che ci sono ancora persone che amano gli approfondimenti e la lettura.
Proporre i tuoi contenuti in più di un formato è sempre una buona idea.
Un altro punto a favore del blog è sicuramente l’indicizzazione sui motori di ricerca.
La SEO cambia e continuerà a cambiare, ma al momento la creazione di articoli e contenuti testuali è ancora fondamentale per scalare le posizioni della SERP.
Quindi, ha senso inserire la creazione di un blog in una strategia di Marketing?
Dipenderà anche dal tuo target, dal tuo settore di riferimento e dalle tue risorse, ma ad oggi credo che il blog possa essere ancora considerato uno strumento di marketing molto efficace nella maggior parte dei casi.
Francesco Gentile Copywriter – social media manager

Molto probabilmente, negli ultimi tempi, i blog hanno perso un poco di terreno rispetto ai video e agli amatissimi podcast però da qui a suonare il loro requiem, secondo il mio modesto parere, è ancora presto.
I blog, infatti, hanno ancora appeal e un pesante seguito.
Magari quello che si può affermare è che non è sempre il canale migliore per fare marketing, molto dipende dal prodotto/servizio che si offre al pubblico e anche da chi è composto quest’ultimo.
Ma un blog è sempre, secondo me, un punto di partenza da cui partire per poi differenziare la propria comunicazione in base al contenuto del proprio messaggio e a chi rivolgerlo. Ecco perchè non sono morti, non ancora.
Candida Toscano Copywriter

I blog sono morti nel 2023?
Il blog non è morto nel 2023, anzi, il blog è risorto!
Perché ti dico questo?
Perché trovo sia un ottimo strumento a basso costo che con le giuste strategie ti permette ancora di avere risultati sorprendenti.
Ovviamente il tuo blog lo devi curare ed innaffiare regolarmente, come un frutteto, per avere i tuoi frutti pronti da raccogliere al momento giusto.
Basta dedicargli poco tempo con costanza e perseveranza, e può renderti finanziariamente libero in tempi decisamente ragionevoli.
Non è per tutti, io come copywriter lo preferisco perché amo scrivere e sono una creativa.
Con un buon blog puoi: 1) fare affidamento su una tipologia di guadagni che dipendono dai tuoi followers, dal tuo target, persone che sono in sintonia con te e ti seguono, diventando economicamente indipendente; 2) fare branding, accrescere in tempi relativamente brevi la tua autorevolezza grazie ai tuoi contenuti di valore; 3) dimostrare costantemente le tue competenze e la tua crescita umana e professionale, migliorando la tua visibilità online e attirando i tuoi potenziali clienti.
Sono solo alcuni dei benefici, e non è poco.
Stefano Biosa Digital Sales Manager

I blog sono tutt’altro che morti.
Il blog è ancora uno degli strumenti più efficaci per il digital marketing e a mio avviso, una delle migliori risorse da utilizzare all’Interno di una strategia di Inbound Marketing.
Come tutto, l’attività di blogging è cambiata e viene integrata con altri canali per massimizzarne l’efficacia.
Vorrei aggiungere che avere un blog continua ad essere un ottimo modo per creare una community e ottenere un posizionamento consolidato.
L’ incalzare di video ed i podcast in questo 2023, sta soppiantando i blog?
Non credo.
Piuttosto ritengo che siano strumenti complementari che, una volta uniti in una strategia comune, possano effettivamente raggiungere maggiori performance.
Silvia Bonasegale Camnasio Copywriter per veterinari

No soppiantare i blog, no!
Video e Podcast direi affiancare si, questo si, sicuramente!
Oggi abbiamo bisogno di più piattaforme e diversi tipi di contenuti per raggiungere il maggior numero di persone che possono fruire dello stesso contenuto in modi molto diversi: in macchina ascoltando, seduti davanti al divano guardando, oppure leggendo se sono in ufficio perchè non potrebbero nè ascoltare nè guardare.
Perciò i blog non sono morti, godono ancora di ottima salute.
Emiliano Bertelli Public Relations and Visual Designer

I blog morti? Mi sembra una notizia strana. 😁
Ormai chi ha un gruppo o un canale Telegram posta contenuti del blog.
Per me si sta sviluppando sempre più.
Anche le riviste cartacee sono diventate blog!
Inoltre con il blog si possono introdure filmati ottenuti tramite smartphone per rendere la notizia più veloce.
Si possono inserire le web radio che agiscono da trasmettitore per chi non ha tempo di leggere ma può ascoltare le notizie…
Per non parlare del canale shop…
RIEPILOGO – I blog sono morti nel 2023?
Da web wriiter antico vedo i video ed i podcast validi trucchi per web writer pigri, e per chi odia la scrittura.
Dai vecchio, non obsoleto. 😁
Perciò se eri pronto a partecipare al funerale del blog, tocca rinviare la data ad un futuro prossimo, per ora non ben definito.
Ancora non è arrivato il suo momento.
Anzi a detta degli esperti di marketing, il decesso del blog non è nemmeno vicino.
I blog sono ancora preziosi alleati dei marketer per fare lead generation, brand awareness, dell’ ottimo storytelling di prodotto e far trovare un brand, specialista, cliente privato attraverso il traffico organico con la SEO.
La fuori ci sono ancora tanti consumatori che hanno voglia di leggere e ricercano informazioni prima di acquistare un prodotto o servizio.
Dunque il blog gode ancora di una discreta popolarità.
Altro che morti stecchiti.
Anche se iettatori e becchini non mancano di certo.
Mi hanno riferito di taluni soggetti che già ballavano sulla sua tomba.⚰️
Chissà di chi si tratta…
Forse di coloro che odiano scrivere/pagare chi scrive?
Ma i blog resistono e nonostante le gufate sono redivivi.
E questa qui accanto [o sopra se da mobile], la morte secca, può aspettare.
Perciò l’ immediatezza nella fruizione di un video o la traccia audio di un podcast non hanno ancora soppiantato l’ efficacia del testo di un articolo.
Entrambi sono canali che sul fronte dell’ intrattenimento attraggono in misura maggiore le persone rispetto al blog, non c’ è dubbio, lo confermano i dati, i marketer che ho coinvolto.
Se hai letto i contributi degli specialisti esperti di marketing avrai notato che tutti concordano su alcuni punti per usare il blog ai fini di una strategia di marketing efficace.
Ma l’ aspetto più bello di questo pezzo di blogging non è insito tanto nelle caratteristiche tecniche, la capacità di sopravvivenza, gli aspetti peculiari emersi su questo straordinario canale di marketing, il blog quanto il risultato.
Ottenuto tramite ciò che c’ è dietro ad un articolo come questo, nel retroscena.
Innanzitutto la passione che mi hanno trasmesso a scriverlo.
Poi l’ affetto nei confronti del blog mi ha fatto capire che è molto di più di uno strumento, un canale di marketing bensì quasi un prolungamento dello specialista stesso che lo usa.
È innegabile oltre ad essere uno strumento di comunicazione molto personale il blog fa incontrare, avvicina gli specialisti, riduce le distanze.
Come in questo articolo che dimostra che blogging e solitudine sono solo un ossimoro.
Non voglio fare il romanticone… Ma vedete quanto è potente questo strumento?
Uno straordinario canale comunicativo ed al contempo di formazione. Poi tutto dipende dall’ uso che ne facciamo.
Tant’ è, ha unito diversi specialisti, abili ed esperti marketer oltre che blogger, web writer impenitenti per un’ occasione formativa utile a scrivere un gran pezzo di blogging, tutti assieme.
WOW! 🤩
💡 Un contenuto scritto dalle persone per le persone, come Google docet.
Un grazie di 💛 a tutti per i preziosi contributi, senza cui tutto ciò non sarebbe stato possibile.
Il vostro entusiasmo è contagioso!
I ❤️ BLOG.
Lunga vita e prosperità al blogging! 🖖🤩

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